Con il termine inglese burnout, la cui traduzione letterale è “bruciato”, s’intende una sindrome da sovraccarico di stress che colpisce i lavoratori, dovuta molto spesso a una cattiva organizzazione del lavoro.

In ambito lavorativo, per stress s’intende normalmente una difficoltà di adattamento reciproco tra l’individuo e l’organizzazione, che comporta una divergenza tra le richieste organizzative e le capacità, risorse o esigenze personali del lavoratore.

Quali sono le principali cause di stress sul lavoro?

Ogni situazione va analizzata tenendo conto della personalità del singolo individuo, perché la risposta agli eventi è sempre soggettiva, comunque varie ricerche hanno messo in luce una serie di fattori scatenanti. Ecco i principali:

Incertezza riguardo ai ruoli: la mancanza di chiarezza riguardo ai ruoli può causare un’assenza di riferimenti. Se gli incarichi non sono ben definiti, l’organizzazione del lavoro potrebbe non essere chiara e lo svolgimento poco lineare. A risentirne sarebbe l’efficienza dell’intero gruppo di lavoro.

Inadeguatezza del ruolo assunto: un ruolo di responsabilità assegnato a una persona dotata di buone doti organizzative che tuttavia non possiede capacità di leadership può generare nel soggetto interessato senso d’inadeguatezza.

Mole di lavoro: se la quantità di lavoro è eccessiva, il tempo per svolgere le varie mansioni è di conseguenza insufficiente. Ciò può causare stato di tensione o compiti svolti in modo sommario.

Retribuzione inadeguata: una scarsa retribuzione comporta un senso d’insoddisfazione che col tempo si trasforma in demotivazione e frustrazione.

Ambiente di lavoro poco confortevole: attrezzature inadeguate o scomode rallentano il lavoro e abbassano il tono dell’umore del personale.

Mobbing: prepotenze, comportamenti vessatori da parte di chi ha in qualche modo “il potere” o anche da parte di un gruppo di colleghi, verso chi è più debole e non è in grado di difendersi. Si tratta di un fenomeno ripetuto nel tempo, verso una medesima vittima.

Quali possono essere le ripercussioni sull’individuo e sull’organizzazione?

Molte risposte allo stress possono essere di tipo fisico o organico: mal di testa, digestione difficile, gastrite, dolori muscolari senza grosso affaticamento fisico, disturbi del sonno sono alcuni esempi.

Inoltre, le manifestazioni dello stress, soprattutto se prolungate nel tempo, possono determinare nella persona reazioni emotive come ansia, depressione, senso d’impotenza e di disperazione, aumentando la percezione delle condizioni lavorative come dannose per la salute.

Alle reazioni emotive si affiancano problemi cognitivi, ossia la difficoltà di concentrazione e di memoria, che possono perdurare anche al di fuori dell’ambiente lavorativo e che il lavoratore percepisce come “stanchezza mentale”.

Come abbiamo visto, il burnout è un fenomeno che rende insostenibile la situazione lavorativa per un soggetto e può avere anche forti ripercussioni sull’organizzazione, perché un lavoratore insoddisfatto non è in grado di operare con lo spirito giusto, consentendo al sistema di funzionare adeguatamente.

È quindi fondamentale intervenire in modo tempestivo sulle possibili cause per consentire al lavoratore di ritrovare il giusto equilibrio psico-fisico e la motivazione per perseguire i propri obiettivi e svolgere il proprio lavoro nel migliore dei modi. Per una trattazione più approfondita sull’argomento segnaliamo l’articolo di Chiara Carlucci, pubblicato dalla rivista di scienze psicologiche State of Mind.