In cosa consiste la discriminazione sul lavoro? Chi ne è oggetto? Cosa prevede la legislazione al riguardo?

Si ha discriminazione sul lavoro quando un dipendente o un candidato a una posizione lavorativa è illecitamente trattato in modo diverso a causa del genere, del colore della pelle, della nazione d’origine, del credo religioso, dell’orientamento sessuale, del suo stato di salute o di gravidanza.

Per comportamento discriminatorio s’intende anche “qualsiasi tipo di molestia attuata allo scopo di violare la dignità della persona e creare un clima degradante, umiliante e offensivo”. Anche il mobbing è una forma di discriminazione, prolungata nel tempo. Quest’ultimo si verifica attraverso maldicenze, umiliazioni, intimidazioni, sabotaggi, calunnie sistematiche, offese personali e forme di controllo eccessive nell’intento di isolare ed emarginare un lavoratore e allo scopo di spingerlo alle dimissioni o al licenziamento.

Casi di discriminazione si possono avere sia in fase di selezione e di accesso nel mondo del lavoro, sia nello svolgimento del rapporto.

L’articolo 3 della Costituzione Italiana sancisce l’uguaglianza del trattamento e questo è un principio generalissimo che dovrebbe essere rispettato in ogni contesto. In Italia, però, la discriminazione sul lavoro non è più un reato ma è stato trasformato in un illecito amministrativo, a seguito del decreto di depenalizzazione in materia di lavoro e di legislazione sociale.

Ciò non toglie che la disciplina in tema di discriminazione sia una delle più severe in assoluto nei confronti dei datori di lavoro. Se un lavoratore si ritiene discriminato o crede che la propria candidatura sia stata scartata per motivi illeciti, è quindi consigliabile affidarsi a un avvocato giuslavorista per far valere i propri diritti.

Non sempre un trattamento di per sé discriminante è per questo perseguibile dalla legge. Per esempio, i limiti di età possono essere accettati per fissare uno standard professionale o per preservare l’occupazione e l’inserimento dei giovani, degli anziani, ecc.

I consulenti del nostro studio credono fermamente che la soddisfazione delle nostre aziende partner non possa mai prescindere dal rispetto personale e dalla realizzazione professionale dei nostri candidati. È soltanto grazie alla motivazione delle persone, infatti, che è possibile conseguire il successo di un’organizzazione.

Per questo motivo riteniamo che il nostro lavoro non si esaurisca con la fase di recruiting ma debba continuare anche dopo, al fine di monitorare l’inserimento delle risorse da noi proposte nelle aziende, consigliando volta per volta misure ad hoc che garantiscano il giusto trattamento di ogni risorsa e il conseguimento del miglior clima aziendale.