Dalla macchina a vapore all’automazione, dall’information technology alla digital transformation che ha sancito il passaggio alla cosiddetta quarta rivoluzione industriale, molte cose sono cambiate per le imprese. Ecco come le PMI italiane possono cogliere questa sfida.

Le rivoluzioni industriali del mondo occidentale fino ad oggi sono state tre: la prima nel 1784 con la nascita della macchina a vapore e la meccanizzazione della produzione; la seconda nel 1870, con il via alla produzione di massa attraverso l’uso sempre più diffuso dell’elettricità, l’avvento del motore a scoppio e l’aumento dell’utilizzo del petrolio come nuova fonte energetica; la terza nel 1970 con la nascita dell’informatica, dalla quale è scaturita l’era digitale.

La quarta rivoluzione industriale, ovvero il processo che porterà alla produzione industriale del tutto automatizzata e interconnessa, è tuttora in fase d’incubazione.

La Fabbrica 4.0, figlia della quarta rivoluzione industriale, sarà basata su macchine completamente interconnesse tra loro, che dialogano le une con le altre ed effettuano autodiagnostica e manutenzione preventiva. Si prevede che la manutenzione dei macchinari da parte dei macchinari stessi, grazie all’IoT (Internet of Things), supererà per qualità, capacità e velocità quella degli esseri umani entro il 2020.

Qualità, servizio al cliente e flessibilità sono i fattori che principalmente spingeranno le imprese a intraprendere il percorso Industria 4.0.

Nell’Industria 4.0, infatti, la flessibilità degli impianti consentirà di personalizzare i prodotti in funzione del singolo cliente. I robot lavoreranno a contatto con l’uomo e dall’uomo apprenderanno in modo naturale. Tutto ciò comporterà drastici mutamenti nel mondo del lavoro, legati sia a fattori tecnologici che demografici, come è emerso dalla ricerca “The Future of the Jobs“, presentata al World Economic Forum 2016.

Molti profili professionali sono destinati a sparire, mentre altri nuovi emergeranno. A livello di gruppi professionali, le perdite si concentreranno nelle aree amministrative e della produzione; compenseranno parzialmente queste perdite l’area finanziaria, il management, l’informatica e l’ingegneria.

Un settore che creerà molta occupazione è certamente quello digitale. È qui che stanno emergendo figure professionali altamente specializzate come il Web Marketing Manager, il Seo Expert, l’E-commerce Manager, lo Sviluppatore, ecc. Dai mestieri più tecnici e creativi ad altri più manageriali, i professionisti del digitale saranno sempre più richiesti e retribuiti.

In questo scenario in rapida evoluzione è dunque necessario attrezzarsi per cogliere le opportunità offerte dalla Smart Manufacturing, da un lato investendo in beni strumentali funzionali alla trasformazione tecnologica e digitale dei processi produttivi, dall’altro prevedendo percorsi e agevolazioni per la formazione digitale delle imprese e dei lavoratori.

A questo scopo stanno nascendo in Italia i Competence Center per l’industria 4.0, centri di ricerca e formazione che avranno sede presso i principali atenei pubblici e privati italiani.

I Competence Center, come il Bi-Rex che ha appena aperto i battenti presso l’Università di Bologna, dovranno erogare un servizio alle imprese che si sviluppa su tre assi:

orientamento, in particolare per le PMI, attraverso la predisposizione di una serie di strumenti volti a supportare le imprese nel valutare il loro livello di maturità digitale e tecnologica.
formazione, con l’obiettivo di promuovere e diffondere le competenze in ambito Industria 4.0 mediante attività di formazione in aula, sulla linea produttiva e su applicazioni reali, allo scopo di supportare la comprensione da parte delle imprese fruitrici di benefici concreti in termini di riduzione dei costi operativi e aumento della competitività dell’offerta.
consulenza per l’implementazione di progetti di innovazione, ricerca industriale e sviluppo sperimentale, focalizzati principalmente su connettività, automazione, manifattura avanzata e big data.

Grazie al continuo scambio tra centri di ricerca universitari e imprese, reso possibile anche dalla presenza dei Digital Innovation Hub in ogni regione italiana, le PMI italiane avranno l’opportunità di cogliere appieno la sfida di Industria 4.0, ovvero far sì che la manifattura, rilanciata dalla trasformazione digitale, passi dall’attuale 15% di contributo al PIL ad almeno il 20% trainando verso la crescita l’intera economia.