Il curriculum vitae è il primo contatto tra un selezionatore e un potenziale candidato ed è fondamentale valutarlo con attenzione: più alto sarà il profilo ricercato, più accurata dovrà essere la valutazione della candidatura.
La valutazione di un curriculum vitae, come qualsiasi primo approccio alla vita di una persona, è un processo che può essere solo in minima parte schematizzato. Ogni curriculum contiene, oltre alle informazioni sul percorso scolastico e professionale, altre indicazioni non sempre del tutto esplicite che già a una prima scorsa possono accendere nella mente del selezionatore una scintilla, rivelandogli se la persona merita la sua attenzione oppure no. Ed è proprio questo l’elemento chiave.
La prima impressione è sempre quella giusta?
Generalmente la formazione scolastica e professionale, così come l’esperienza e le qualifiche, sono sufficienti a escludere candidati che non hanno nulla a che vedere con la selezione in corso.
Dopo questo primo vaglio, ci si sofferma sull’impressione suscitata dal documento: è ordinato, perfettamente leggibile e senza errori di grammatica né di battitura? È completo di tutte le informazioni necessarie o presenta dei “buchi”? È corredato di foto? Sono tutti particolari che ci parlano dell’attenzione e della cura per i dettagli del candidato e raramente mentono.
Per quel che riguarda i contenuti, il candidato dovrebbe presentare le proprie capacità e competenze in maniera concreta e obiettiva, evitando sia le esagerazioni, che indicano un’eccessiva sicurezza di sé, sia uno stile troppo stringato che, al contrario, tradisce insicurezza.
Saper comunicare chiaramente i propri punti di forza e le competenze maturate sul lavoro anche a chi non è del settore dimostra una spiccata apertura mentale del candidato e una predisposizione alla comunicazione con gli altri. Due fattori decisivi, da non sottovalutare.
L’importanza di leggere fra le righe
Passando a un’analisi più approfondita del curriculum però, alcune informazioni meritano di essere soppesate in modo più contestualizzato. Ad esempio, riguardo alla formazione scolastica, è consigliabile non dare troppa importanza ai voti, che possono essere indicativi ma non determinanti ai fini della valutazione del candidato.
A parità di titoli e qualifiche, molto più dei voti è la tenacia nel portare a termine un percorso scolastico o universitario a fornirci informazioni importanti per la valutazione di un curriculum: un percorso formativo concluso nonostante un vissuto non tutto in discesa o condizioni di partenza svantaggiate è indice di costanza e determinazione, caratteristiche molto importanti nel mondo del lavoro.
Anche le scelte fatte in ambito lavorativo, sebbene molto più determinanti per il percorso professionale dell’individuo, devono essere valutate con attenzione: un curriculum costellato di lavori saltuari e non sempre in linea con le potenzialità del candidato può essere il risultato di una lotta contro gli ostacoli della vita.
A questo proposito, consigliamo il bellissimo Ted Talk “Why the best hire might not have the best resume” tenuto da Regina Hartley, Vice Presidente RU di UPS, presso il Ted Institute di Atlanta Georgia nel settembre 2015 che dimostra come, più spesso di quanto si creda, i migliori candidati non siano quelli con il miglior curriculum.
Come abbiamo visto, la valutazione di un curriculum vitae richiede molta esperienza, la giusta dose di empatia e un buon fiuto che, nel lavoro di un selezionatore, è l’ingrediente segreto per portare a termine con successo la ricerca del candidato ideale, consentendo ai propri clienti di risparmiare risorse molto preziose come tempo, denaro ed energia.